L’Italia vissuta a piedi

di Roberta Scorranese

La lettura – Corriere della Sera, 2 settembre 2012

Come le due metà convergenti di una gigantesca cerniera lampo, hanno ricucito l’Italia partendo dagli estremi, nord e sud, e incontrandosi nel cuore dell’Abruzzo, lacerato dal terremoto. Migliaia di chilometri in tre mesi (da maggio a luglio) per unire il Paese nel progetto «Stella d’Italia», fortemente voluto dallo scrittore Antonio Moresco, che a Mantova, venerdì 7, racconterà l’avventura insieme a Tiziano Scarpa, Giovanni Giovannetti (patron di Effigie) e altri «camminatori». Persone di diverse età, provenienza, professione, con le quali ha condiviso strada, stanchezza, beatitudine e inevitabili irritazioni. «Ma non chiamatelo cammino letterario — dice Moresco —. È stata un’impresa di conoscenza, di reale voglia di sapere com’è da vicino il Paese».

Partiti da Venezia, Genova, Taranto e Messina (e altre città del centro), hanno camminato nei sentieri degli antichi pellegrini, hanno dormito nelle palestre delle scuole, hanno mangiato dove hanno trovato cibo. «Non è facile — sottolinea Moresco — ma è l’unico modo per riappropriarsi di una fisicità che stiamo perdendo. E per vedere cose che altrimenti sfuggono». E così in Calabria hanno visto gli agrumeti ricchi di arance dolcissime e mai raccolte perché «non conviene economicamente ai produttori »; scuole nuove ma tristemente chiuse perché non è stato raggiunto il numero minimo di alunni; sindaci volenterosi ma inascoltati. «E mi sono convinto — dice lo scrittore — che se il nostro Paese non è andato a fondo è solo perché, alla base, c’è gente che lavora, che ha voglia di fare. Come, per esempio, quelli dell’associazione Libera, che si batte contro le mafie». Piedi per terra. Concretezza, sottolineano in coro i «camminatori». E forse non è un caso che la letteratura degli ultimi anni abbia abbracciato con tanto entusiasmo la causa dell’andare a piedi. Enrico Brizzi ha scritto Gli psicoatleti (Dalai editore) partendo dal suo viaggio attraverso l’Italia; Erri De Luca ha composto la poesia Elogio dei piedi; la casa editrice Terre di Mezzo pubblica guide sui percorsi sacri dei pellegrini. «Concretezza — fa eco Tiziano Scarpa, uno dei partecipanti a “Stella d’Italia”— e niente retorica. Scoperte reali. Quella dell’attività “di ristoro” della Chiesa, per esempio: le chiesette di campagna, spoglie ma refrigeranti, avevano una funzione corroborante per i pastori e i contadini che si spostavano a piedi. Offrivano acqua, frescura, riposo. Ecco, si scopre questo aspetto del potere solo girovagando nelle campagne. Quelle pugliesi ne sono piene». Andando a piedi, Scarpa ha colto un’interessante estensione del concetto di «New Town», città ricostruite. Non solo nell’Abruzzo post sisma. «Cavallerizzo, nel Cosentino — racconta — è un paese distrutto da una frana e riedificato nelle vicinanze. L’Aquila è una città spettrale ma con lampi di vita serale, di movida che luccica negli angoli del corso transennato. Cose che si vedono solo lasciando a casa la macchina». Moresco osserva: «Come anche Mantova e l’Emilia Romagna, dove il sisma lo abbiamo addirittura vissuto in diretta nei mesi scorsi».
Cambia quindi il concetto di viaggio letterario. Dall’ansia di comunione con la natura che muoveva Henry David Thoreau («L’avventura della giornata», diceva) e dal gusto della scoperta di Bruce Chatwin, oggi il viaggio a piedi è «esigenza di movimento, di rimettere in moto qualcosa», come dice Moresco. Quasi l’urgenza di sbloccare una conoscenza da tempo ovattata dal virtuale e scarsamente propensa alla fatica fisica. «Riprendersi una prospettiva da cui guardare le cose», afferma Scarpa. E intanto si moltiplicano le manifestazioni a tema, dal Festival del Camminare (in Umbria, Toscana e Alto Adige e altri luoghi) a quello della Viandanza nel senese; il Movimento Lento conduce nei cammini della Francigena; il 14 ottobre sarà la Giornata nazionale del Camminare.
«Più che l’ansia di scrivere del viaggio — afferma Scarpa — c’è stato il gusto dell’esperienza. Certo, c’è il blog e, inevitabilmente, questi giorni finiranno in qualche libro. Ma l’importante è stato mettersi in gioco». Recupero di fisicità, dunque, che ricorda le camminate vigorose di Robert Louis Stevenson (scrisse Walking Tours nel 1876) o del poeta William Wordsworth, che con la sorella Dorothy e l’amico Robert Jones attraversò a piedi la Francia. E in Italia la camminata sta diventando strumento di conoscenza. «Finanziato tutto su base volontaria — conclude Moresco — “Stella d’Italia” ha ricucito un Paese. E l’anno prossimo puntiamo all’Europa. Vedremo».

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