2014 ProFesta

LOGO REPUBBLICA NOMADE natale

ProFesta 

“Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Man mano che, cadendo, passa da un piano all’altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: ‘Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene’. Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.”

Questa barzelletta era raccontata da uno dei protagonisti de “La haine”, film del 1995 di Kassovitz, un film su una società che, sebbene ormai terminale, non se ne rendeva conto, continuando a cadere. L’uomo della storiella non aveva possibilità di salvarsi, è possibile per la nostra società cambiare strada, fare uno scarto laterale, obliquo e divergente da questo “progresso scorsoio” (per usare le parole di Zanzotto), che pare inevitabile? O come sarà il nostro atterraggio?

Occupate le strade coi sogni

I centri commerciali hanno contribuito a svuotare le città. “Vasche”, “struscio” e simili spesso si sono spostati dai centri delle città ai centri commerciali. Le strade sono state sgomberate dai sogni. E i sogni sono finiti nei negozi, ma sono sogni materiali, sogni di cose. Più che sogni, bisogni, spesso creati dal mercato.

Adesso, che la realtà è in televisione, cosa e chi resta per le strade? I pazzi, i vagabondi e noi camminatori, piccole cose folli e fragili, sogni ambulanti.

I centri commerciali sono luoghi paradossali: sono zone esclusivamente pedonali ma a cui è praticamente impossibile accedere a piedi. Noi, che ci siamo dati come forma di espressione il camminare, pensiamo che raggiungere un posto a piedi lo possa rendere più umano. Come può rendere umane le periferie dove spesso sorgono. 

È stato così, anche nel 2012, durante il multi-cammino Stella d’Italia, che aveva come meta l’Aquila, città simbolo del Paese, e che ancora più che mai rappresenta il nostro bisogno e desiderio di ricostruzione. L’Aquila sorge tra i centri commerciali, l’Aquila di oggi è una frittella appiattita e larga che investe questi luoghi, che li ingloba, che li fa suoi, i centri commerciali sono diventati il centro di una città, sfollata, trasformando ulteriormente il nostro concetto di città, evidentemente obsoleto.

Quest’estate abbiamo ripercorso la Via Priula, un’antica via commerciale del ‘500 che partiva proprio da Bergamo. Perché, dunque, non dare continuità, temporale e geografica, anche a quel cammino, e provare a percorrere ora le nuove vie commerciali, mantenendo però la nostra modalità “antica” di farlo: spostarsi a piedi e attraversare i nuovi mercati.

Da queste considerazioni nasce l’idea di un cammino, paradossale e assurdo, che ci siamo proposti per queste festività prossime venture: esplorare un territorio sconosciuto ai viandanti. Un percorso a piedi che toccherà e attraverserà quattro centri commerciali della provincia di Bergamo, quattro fra i più grandi esistenti, assurdamente a pochi chilometri l’uno dall’altro. Lì ci piacerebbe dunque avere un incontro e un confronto con le persone che li abitano, magari camminare con loro. 

Non sarà un cammino di protesta, il nostro interesse è esplorare, conoscere, incontrare, senza spendere, ma con l’intenzione di spandere lo spazio in movimento della nostra Repubblica Nomade. 

Sarà una profesta. A cui uniamo un invito, doppio, a unirvi a noi in questo cammino paradossale: raggiungendoci a Bergamo oppure, se volete, a farne uno simile nelle vostre zone, nei vostri centri commerciali.

Qui trovate calendario e tappe.

Condividi > Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Share on TumblrShare on RedditEmail this to someonePrint this page