2021 Un altro mondo è possibile

UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE

street-sign-141396_1920Nel mese di luglio cammineremo da Sant’Anna di Stazzema a Genova. Sarà un cammino di una ventina di giorni, molto spartano a causa delle misure di sicurezza imposte dalla pandemia, che bisognerà ancora osservare anche se saremo -si spera- in una fase di iniziale uscita da questa lunga e dolorosa prova.

Come nel 2016 abbiamo camminato dalla Risiera di San Sabba di Trieste fino a Sarajevo, così quest’anno, con lo stesso spirito, faremo questo nuovo cammino tra due luoghi che ricordano crimini risalenti alla Seconda Guerra Mondiale e altri più recenti, perché non vengano dimenticati ma nello stesso tempo per dire che bisogna inventarci un nuovo e diverso futuro.

Nell’agosto del 1944 a Sant’Anna è stata compiuta una strage, come a Marzabotto, come a Vinca, come in altre località del nostro Paese. Centinaia di civili inermi, donne, bambini, persino un neonato di 20 giorni, persino animali sono stati fucilati dai nazisti.

Abbiamo scelto Sant’Anna come punto di questa nostra partenza e ripartenza  per farne non solo un luogo di commozione, un luogo del rifiuto dell’orrore, un luogo dove la guerra ha mostrato il suo vero volto, ma anche un luogo di ispirazione che ci consente un diverso sguardo sul mondo, dalla parte non degli annientatori ma degli annientati. E perché pensiamo che la sua tragica lezione sia valida anche oggi e non debba andare perduta.

Genova è stata, nel luglio del 2001, teatro di una criminalizzazione di massa, il luogo in cui la nostra democrazia ha perso la faccia, dove una mobilitazione dal basso che stava smascherando su scala mondiale le vere catene di comando della cosiddetta globalizzazione è stata soffocata con la violenza sfrenata, la tortura, l’assassinio.

E’ il luogo dove è avvenuta una sospensione delle più elementari regole democratiche, in un’atmosfera da pre-golpe, di impunità e di arbitrio spinti fino alla macelleria sudamericana, alla ferocia e al delirio.

In quei mesi e in quei giorni migliaia di organizzazioni, milioni di persone in tutto il mondo stavano dando vita a qualcosa di nuovo, a un’aspirazione di giustizia globale e di cambiamento radicale. Alle loro proposte, al loro allarme è stato risposto con la furia, da parte di un sistema suicida che non tollerava e non tollera di essere messo in discussione.

Ma le idee di quei manifestanti sono valide ancora oggi, soprattutto oggi, mentre i disastri prodotti dalle stesse strutture e logiche economiche e politiche contestate allora hanno reso insostenibile il rapporto con il nostro habitat planetario portando le nostre vite e la nostra specie a un punto di non ritorno.

E allora c’è bisogno, fin che si è in tempo, di trasformare questa tragedia in una chance, di ripensare e di reinventare tutto.   

Con questo nostro nuovo cammino vogliamo dire che -erano questi lo slogan e la speranza di allora- un altro mondo è possibile.

Che un altro mondo, mai come adesso, è necessario e urgente.

Lorenzo Guadagnucci

Antonio Moresco

a nome di Repubblica Nomade

 

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