Via Priula

La partenza
Il simbolico punto di partenza della Via Priula, a Bergamo, la colonna che serviva per misurare le distanze, 44 miglia fino a Morbegno.
Tempo perso. 
di Claudio Agosti

Viviamo in Tempi ad Alta Velocità: sembra che ci sia sempre meno tempo, che abbiamo sempre più fretta (per cosa, mi chiedo, qual è la meta finale verso cui dovremmo correre?).

Le connessioni devono essere sempre più veloci e non c’è tempo per il contatto.

I trasporti, le transizioni più veloci tolgono il tempo al viaggio, al passaggio e al paesaggio: si cresce restando immaturi e ci si sposta senza godersi il panorama.

Anche le transazioni, per esempio quelle economiche, sono velocissime: con un clic si spostano quantità inimmaginabili di soldi, senza curarsi delle vite che ci sono collegate, senza vederle. Questa cecità ha contribuito alla crisi in cui ancora annaspiamo, originata dal delirio di vendere i debiti di altre persone, come se uno spacciatore vendesse crisi di astinenza.

In questi tempi, a noi camminatori nomadi, è venuta l’idea di ripercorrere, e parzialmente riscoprire, un’antica via commerciale, a piedi, lentamente. Si tratta della Strada Priula, via commerciale voluta da un altro folle, Alvise Priuli, che ha “fatto tagliare una strada nel sasso vivo” per evitare il passaggio (costoso) per il Ducato di Milano e migliorare i rapporti con l’Oltralpe.

A piedi e lentamente per riappropriarci del territorio (eventualmente entrando in contatto con le varie realtà locali) e del Tempo che perderemmo muovendoci velocemente

Qui trovate il calendario e le tappe.

Qui adesioni e ringraziamenti.

 

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