Cammina cammina… e giunsero in provincia di Caserta

Serietà e facezie nella migliore tradizione della Fabula atellana

A cura di Giuseppe Spina

http://ancientimes.blogspot.com/2009/07/fabula-atellana-masks-from-pompeii.html

E “Cammina cammina…” giunsero in provincia di Caserta, affettuosamente Terronia, terra degli Opici (lavoratori di campi), anche denominata Terra di Lavoro e Campania Felix.
Dopo aver scansato, nonostante la nebbia,  vari dirupi, ora i camminatori dovranno scansare sole ardente, monnezza politically incorrect ed ancora dirupi, prodotti da deturpanti cave.
Qui incontrarono un civis capuanus, cittadino dell’antica Capua (oggi Santa Maria Capua Vetere), definita anche “illa altera Roma” e “secunda urbs mundi”, dopo Roma e prima di Milano (corsi e ricorsi vichiani), e a lui si affidarono:
“O Scampia o morte! Da Sessa a Scampia in due giorni!”.
“Chist so’ pazz!”
“Mo’ vec’ i’!”

Ed eccoci in cammino a rivisitare e rielaborare i percorsi già noti, oggetto delle escursioni C.A.I. della TransCasertana, finalizzate alla costruzione di una rete sentieristica provinciale, nonché a percorrere nuove vie dal Tifata verso Napoli, alla riscoperta della antica Via atellana.
Bel lavoro e risultato eccitante: nel segno della biodiversità, un susseguirsi di corridoi umani, tra un susseguirsi di popolazioni: aurunci, sidicini, caleni, trebulani, capuani, atellani, napoletani che, nel segno della borbonica “facite ammuina”, si sono continuamente contaminati e, conseguentemente, arricchiti (leggasi, a proposito di Capua, il passo di Mario Napoli, tratto da Tuttitalia, Casa Editrice Sansoni, 1962: “La piana del Volturno ebbe nell’antichità il suo centro di maggiore interesse politico, artistico ed economico in Capua, l’attuale Santa Maria Capua Vetere, che, posta lungo una grande naturale via di comunicazione tra nord e sud e sulla riva sinistra del Volturno, ultimo tratto di una via di penetrazione da est ad ovest, fu per molti secoli il punto di incontro e di violenti scontri tra popoli diversi, apportatori di opposte civiltà, ciascuna delle quali, anche indipendentemente dalla durata e dalla forza della sua egemonia politica o economica, lasciò maggiore o minore impronta della sua presenza. Non è impossibile, pertanto, enucleare alcuni aspetti indicativi della presenza greca o etrusca, sannitica o romana tra i numerosi documenti di una ricca vita artistica fiorita a Capua … —- Questo accostamento tra modi così lontani e diversi è palese nella ricca serie delle “Madri di Capua”, questo straordinario gruppo di sculture in tufo, le quali ripetono continuamente, ma senza monotonia, sempre lo stesso tema: una madre seduta con uno o numerosi bimbi in fasce tra le braccia. La mancanza di monotonia è data proprio dall’accostamento delle singole componenti artistiche che creano risultati sempre diversi.” )

Un particolare ringraziamento a coloro che hanno collaborato nei sopralluoghi:
Carmine, socio C.A.I. Caserta e socio di Legambiente Sessa
Giacomo, socio C.A.I. Caserta
Mario, socio C.A.I. Caserta
Enzo, abitante di Sant’Andrea dei Lagni, rione di Santa Maria Capua Vetere

Buon cammino

Giuseppe, socio C.A.I. Caserta, responsabile della sentieristica e del Gruppo Terre Alte
Gabriella, presidente C.A.I. Caserta

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