Milano e Napoli? Mai sentite nominare…

Di Giovanni Giovannetti

[Riprendiamo dal Primo amore il resoconto dell’ospitata di “Cammina cammina” al Tg1 nell’esperienza di Giovanni Giovannetti.]

Il centro di produzione Rai di Saxa Rubra somiglia a un campo di internamento per ricchi; circondato da alte reti e filo spinato, si presenta del tutto simile a certi quartieri di Tirana o Bucarest, quelli un tempo abitati dalle nomenklature.
Ci arriviamo di mattina presto, io e Luisa accompagnati da Paola, partecipe e professionale ufficio stampa gratuito del “Cammina cammina” su Roma e dintorni. Entriamo. Sembra quasi di varcare certi confini tra l’est e l’ovest europeo prima che cadessero i muri. Siamo attesi a “Unomattina” per raccontare in presadiretta al Tg1 minzoliniano questo piccolo grande sogno di un’Italia rigenerata dal basso.
Siamo ospiti di Giovanna Rossiello, conduttrice della rubrica settimanale “Fa’ la cosa giusta”, dedicata alle buone azioni. L’avevo incontrata giorni prima: lei entusiasta del “Cammina cammina”, io grato per l’attenzione; e ora eccoci qui.
Oggi Giovanna appare tesa, inquieta. Saranno pochi minuti ma vuole provare e riprovare le domande, testare le risposte. Sbuffa, s’incazza: «Giovanni sono appesa a un filo… Giovanni, non mi creare problemi… Giovanni non mi rompere i coglioni con certe tue cose…»: vietato nominare associazioni come Libera o citare gli organizzatori o elencare i contenuti del “Cammina cammina”. Vietati riferimenti politici o semplicemente dire che questa nostra è una iniziativa politica pro-positiva dal basso. Vietato citare Napoli quale sede di arrivo, vietatissimo accostarla a Milano, la città da cui siamo partiti…
In un battito d’ali io e Luisa siamo passati dall’incontro la sera prima con i coraggiosi ragazzi che a Casal di Principe coltivano i campi confiscati alla Camorra (loro sì sottoposti a dure intimidazioni, come il taglio dell’impianto di irrigazione sui campi sottratti a Sebastiano Ferraro, clan Schiavone) al mondo a parte dei pavidi psicogiornalisti Rai lobotomizzati da Minzolini. Allora mi sono preso qualche “libertà”, diciamo il minimo sindacale, facendoli ahinoi indispettire parecchio.
Sono stato interrotto in diretta, ma più che incazzata Giovanna è parsa poi terrorizzata: «Ti avevo pregato di non nominare Milano e Napoli, e tu lo hai fatto…», ha lamentato infine la conduttrice, dandoci le spalle senza nemmeno il cenno di un saluto.
Ma ormai quello furibondo ero io: in un anno ho avuto due interviste speculari, sempre dal Tg1, entrambe precedute da indicazioni su ciò che avrei dovuto dire o non dire. Lo denuncio al rappresentante sindacale dei giornalisti Rai, il quale ammette che forse da quelle parti c’è qualche problemino, avvertendo tuttavia che «per una cosa del genere Giovanna Rossiello corre il rischio di vedersi cancellare la rubrica». Quale “cosa”? dire che Milano e Napoli simboleggiano l’Italia di ora? Cacciatori di streghe. Paranoici. Il Paese in cui viviamo è anche questo: supino e codardo. Quel Paese che a me, a noi, non piace.

Condividi > Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Share on TumblrShare on RedditEmail this to someonePrint this page

4 thoughts on “Milano e Napoli? Mai sentite nominare…

  1. Antonio D'Agostino scrive:

    caro giovanni , non mi ero sbagliato sulla censuratrice rai … infatti ti ha interrotto proprio mentre ti apprestavi a parlare di Napoli . Quindi , a maggior ragione , di fronte a questa volgare messa in scena dei media , tentiamo di tirare fuori dopo questo lungo viaggio una narrazione diversa …. Io vi ho accompagnato nel percorso Santa Venera – Casale di Teverolaccio . Nella pancia ferita ma ancora fertile della piana tra Napoli e Caserta . Raccontiamola …. Intanto grazie del vostro passaggio-sosta . Sono stato contento di condividere con voi un pezzo del vostro sogno .

  2. Caro Antonio, stiamo progettando un numero del “Primo amore” interamente dedicato a questo viaggio, di cui le tappe finali si sono rivelate tra le più intense, anche grazie a quel tuo appassionato racconto, nutrito di passione e indignazione, tra Santa Venera e il Casale (un ascolto parziale da parte mia: come ricorderai a un certo punto ho dovuto seguire Paolo Ferloni all’ospedale). Ovviamente ne scriveremo, ma scrivi anche tu, dai, il tuo punto di vista, le tue impressioni, torna sulle tue parole del 3 luglio scorso, racconta nuovamente quel paesaggio e le sue ferite, così che il “nostro” sogno incontri il tuo.

    Abbracci. Giovanni

  3. angelagiulia scrive:

    Non ho visto la trasmissione e mi dispiace, caro Giovanni, che tu ti sia lasciato sottoporre a tali divieti.
    La nostra visione della vita e nostra e basta !
    Ho un bel ricordo della nostra cena a Monteriggioni, con tutti i Camminanti che gustavano le foglie di salvia in pastella croccante.
    Buona vita!

Comments are closed.