Ecco cos’è successo: Cammina Cammina è esplosa…

[Voci di chi ha camminato…]

Giorgia Galbiati

Cos’è successo?
Che qualcuno ha pensato ad un modo un po’ originale, alternativo, forse eccentrico per celebrare il 150° anniversario dell’unità d’Italia?
Forse, ma soprattutto altro.
E’ successo che qualcuno ha colto un bisogno, un desiderio profondo e diffuso, e ha cercato di soddisfarlo in uno dei modi possibili.
Molti hanno risposto. E così ci si è messi in moto, perché insieme ai corpi acquisissero forma ed energia anche i pensieri, le emozioni, i sogni…

Ma di nuovo non è tutto qui. E’ successo dell’altro.
Chi ha camminato ha riconosciuto soddisfatti alcuni desideri, alcuni se li è trovati lì appena sfiorati e nel frattempo ha scoperto di averne addirittura altri ancora.
Ed è successo che non è rimasto lì fermo, in attesa di qualcosa che venisse da fuori: era in cammino e ha continuato a camminare!

Ecco perché l’ultima serata del Cammina Cammina può essere definita anche come la prima della Stella d’Italia. E non importa se poi le persone saranno le stesse oppure no. Una festa di chiusura, che generalmente si abbandona alla soddisfazione, al compiacimento, alla celebrazione della pienezza di ciò che si è vissuto, in realtà è diventata l’occasione per confrontarsi sui vuoti, per cercare nuovi percorsi, per verificare e riprogettare.
Forse perché non si voleva accettare che quella fosse davvero l’ultima serata.
O forse soprattutto perchè ciascuna delle persone che aveva camminato ha sentito chiaramente che non poteva più fare “solo” l’utente di un progetto: il sudore, la fatica, i sorrisi del cuore gli davano l’autorevolezza, il diritto e quasi il dovere di intervenire, di farsi un’opinione ed esprimerla.

Allora ecco cos’è successo: Cammina Cammina è esplosa, si è trasformata perché, pur con tutte le contraddizioni, le fatiche e gli sbagli che l’agire umano porta sempre con sé, ha realizzato ciò per cui era partita. Ha creato spazio per nuovi protagonisti del cammino.

Di fronte a questa maturazione c’è solo una scelta: rispondere con responsabilità e coraggio lasciando che Cammina Cammina cresca, si plasmi a seconda delle diverse sensibilità che vorranno darle forma.

Come?
Con uno sguardo alto, verso un desiderio più grande di te, che ti spinge fuori di casa, lontano dal tuo mondo, ad incontrare l’altro e a vivere quell’esperienza non ordinaria che è il Viaggio.
Ma un viaggio è tale anche perché finisce, perché hai abbandonato una casa alla quale torni. E allora è importante anche uno sguardo più piccolo, attento a scelte quotidiane che esprimano concretamente una coerenza e una consapevolezza che, sola, può garantire che il sogno non rimanga tale ma diventi storia, da costruire giorno dopo giorno, a casa, anche ben dopo la fine del viaggio.

Allora, mentre tutti noi camminanti vediamo che i piedi pian pian rallentano, il cuore si distende e l’immaginazione si prefigura Stella d’Italia… grazie! Grazie a chi ha sognato e poi camminato e quindi ancora sognato, fino ad accorgersi che forse non si può fare l’una cosa senza l’altra.

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