Viva i partigiani! Viva la libertà! Viva l’Italia!

Tre lettere – tra le tante – di condannati a morte della Resistenza.

Domenico Caporossi (Miguel)

Di anni 17. Nato il 4 agosto 1927 a Mathi (Torino). Di professione elettricista. Iscritto al Partito comunista italiano. Dal 1° gennaio 1944 entra a far parte del movimento di liberazione, come sottotenente della 80a Brigata Garibaldi, operante nelle Valli di Lanzo e nel Canavesano. Viene fatto prigioniero dalla Divisione Folgore il 17 febbraio 1945, sorpreso nella sua abitazione di Ciriè (Torino) durante una visita ai familiari. Incarcerato, subisce 36 ore di torture. Il 21 febbraio è prelevato dalla cella e condotto nella piazza principale di Barbania (TO). Qui è fucilato da un plotone composto da militi della stessa Divisione Folgore.

Cara Mamma,
vado a morire, ma da partigiano, col sorriso sulle labre ed una fede nel cuore. Non star malinconica io muoi contento. Saluta amici e parenti, ed un forte abraccio e bacioni alla piccolo Imperio e Ilenio e il Caro Papa, e nonna e nonno e di ricordarsene sempre.
Ciau Vostro figlio
Domenico

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Paola Garelli (Mirka)

Di anni 28. Nata il 14 maggio 1916 a Mondovì, in provincia di Cuneo. Residente a Savona. Sposata. Di professione pettinatrice. Dopo l’armistizio, nell’ottobre 1943, entra in clandestinità, unendosi ai partigiani della Brigata SAP Colombo, operante in città ed inquadrata nella Divisione Gramsci. Con il nome di battaglia “Mirka”, svolge numerose missioni di collegamento con le formazioni dislocate nelle zone circostanti a Savona, occupandosi anche di rifornirle di armi e provviste. La notte tra il 14 e il 15 ottobre 1944, è sorpresa dalle Brigate Nere mentre si trova nella propria abitazione. Immediatamente arrestata, viene imprigionata nella sede della Federazione fascista di Savona fino al 1º novembre, quando è condotta alla fortezza ex Priamar e fucilata nel fossato del castello.

Mimma cara
la tua mamma se ne va pensandoti ed amandoti, mia creatura adorata, sii buona, studia e ubbidisci sempre gli zii che t’allevano, amali come fossi io.
Io sono tranquilla. Tu devi dire a tutti i nostri cari parenti, nonna e gli altri, che mi perdonino, il dolore che do loro. Non devi piangere né vergognarti di me. Quando sarai grande capirai meglio. Ti chiedo solo una cosa: studia, io ti proteggerò dal cielo.
Ti abbraccio col pensiero te e tutti, ricordandovi.
La tua infelice mamma.
1/11/1944

*

Domenico Moriani (Pastissu)

Di anni 18. Nato il 9 dicembre 1925 ad Imperia. Impiegato della Camera di Commercio di Imperia, dopo l’armistizio si collega ai partigiani e diventa furiere del Comando della divisione d’assalto Garibaldi-Liguria Felice Cascione. Nell’autunno del 1944 la sua formazione viene dispersa e decimata da un massiccio rastrellamento messo in atto dai nazifascisti nella zona alpina ligure e piemontese, vicino al confine con la Francia. Molti partigiani vengono catturati a Upega (CN) il 17 ottobre, e Moriani è tra questi. Riuscito a fuggire con il compagno Giovanni Giribaldi, i due giovani trovano riparo in un fienile, ma vengono scovati dai tedeschi e tradotti a Fontan Saorge, un paese nel territorio francese poco oltre la frontiera. Qui, il 24 ottobre 1944, vengono obbligati a scavare una fossa e, mentre si trovano ancora all’interno, vengono uccisi con un colpo di pistola alla nuca.

Fontan Saorge 24/10/44 (Francia)

Cara nonna,
non piangere, sono condannato a morte, tu non devi farci caso, fatti coraggio.
Io vado a trovare mia madre che è tanto tempo che non vedo. Quello che ho potuto fare ho fatto. Tu non disperarti, perché un giorno ci rivedremo e ci troveremo tutti assieme al di là.
Anche gli altri si calmino e non pensino a me, io non ci faccio neanche caso, anzi sono quasi contento.
Tanti saluti a tutti e un pensiero a mio fratello.
Per sempre addio.
Domenico

[Informazioni, dati biografici, foto e altri materiali si trovano sul sito dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, da cui provengono i testi qui pubblicati.]

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