Questo cammino è respirare vita nuova

Giacomo D’Alessandro

Stella d’Italia. Braccio Nord Ovest. Tappa 1: Genova – Recco, domenica 27 maggio 2012.

In più di 40 abbiamo dato il via questa mattina alla prima tappa del braccio Nord Ovest di Stella d’Italia. Ieri pomeriggio 20 camminanti provenienti da Milano, Torino, Bergamo e altre città per partecipare alla partenza sono sbarcati alla stazione di Genova per esser portati nel pieno del centro storico più grande d’Europa, tra i vecchi caruggi di odori e palazzi antichi, inquieti vagabondi e fiumane di persone.

Alla Festa della Maddalena, organizzata da ragazzi Scout, Libera e associazioni di quartiere, i camminanti hanno potuto cenare gratis coi prodotti di Libera Terra, ascoltare musica, sentire storie di quartiere e passeggiare a stretto contatto con la Genova multietnica e speziata, attiva e giovane che si riappropria del suo presente per farne una musica intrisa di passione.

All’imbrunire, una lunga salita a serpentina in autobus ci ha portati al convento del Movimento Ragazzi di Oregina, in collina dritti sul mare, ad ammirare la Genova notturna dei poeti e dei cantautori, costellata di luci in bocca al mare scuro.

Questa mattina alle 8.30 ci siamo radunati in piazza della Commenda di Prè, un tempo ospitalizio dei pellegrini e dei navigatori, che rimaneva fuori da una delle più antiche cinte di mura, e aveva innanzi una spiaggia di morbida sabbia dove oggi sono moli e pietre chiare.

E così, Stella d’Italia è partita anche da qui.

25 chilometri di marciapiedi ora molto larghi ora molto stretti ci hanno visti chiacchierare, conoscerci, restare in silenzio, guardare e respirare con passione, con tanto umorismo, alto morale e serenità palpabile. Celebrare coi piedi l’unione fisica di posti in cui non si è mai passati tutto d’un tratto, di luoghi al nostro ricordo spezzettati, come posti a sé stenti e invece ora uniti da un unico passaggio, è qualcosa che si può solo provare. Raccontarlo, può stimolare a provare. Non sostituire.

Basta qualche passo di questo cammino cui si arriva per curiosità, passione civile o politica, amicizia o fiducia, qualche misero passo nella stessa direzione, per sentire in ogni parte del proprio corpo qualcosa di nuovo, di sempre frizzante, di mai prevedibile e poco spiegabile. C’è dentro il ritorno all’armonia con l’ambiente, il vedere posti nuovi, il conoscere, l’incontrare, c’è il tempo di scambiare pensieri coi propri amici, o di gettare ponti con persone mai viste prima, c’è il clima di fare le cose assieme, ma anche di condividere le proprie personali idee, le diversità, le preferenze. C’è lo scambio generazionale, l’impegno fisico, civile, politico, la passione profonda, la semplice curiosità. C’è dimostrare a se stessi che si è capaci a fare qualcosa di nuovo, a osare, a mettere fuoco vivo in una direzione mai esplorata. C’è decidere le proprie priorità, nel dire: faccio una tappa. Ci provo. Sperimento.

Troppe volte ci sentiamo responsabilizzati dai nostri vincoli, impegni, legami al punto di scoraggiare noi stessi a non considerare nemmeno l’idea del cammino. Partire, nella testa e poi di fatto, è ciò che dà più fatica. Chi può, chi potrebbe, chi ha sempre pensato di non potere, provi a valutare, per un solo istante, di farlo. Di fare una cosa nuova. Dare un pezzetto di se a qualcosa che gli ispira fiducia.

“Ma come avete fatto?!” ci ha chiesto sconvolta ed entusiasta un’anziana signora a Recco, al nostro arrivo.

“Un passo dopo l’altro, signora” hanno detto due o tre di noi a tempo.

Un passo dopo l’altro.

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