Diario: da Santa Maria di Leuca a Taranto

Riccardo Rella*

Ore 8 di sabato 2 giugno 2012: Santa Maria di Leuca-Ugento

Sin dal momento della partenza il piazzale antistante il Santuario di S.M. di Leuca de finibus terrae, primo Santuario del mondo occidentale dedicato alla Madonna, inizia ad assumere un significato diverso da quello a cui siamo stati, da sempre, abituati. Capo Japigio e Punta Meliso si fondono nel saluto e nella intima, accomunante allegria di tutti e nel saluto e nelle descrizioni degli incaricati di SpeleoTrekkingSalento. Si parla della Madonna dell’Annunciata ed, al contempo, di Stella d’Italia, del raggio proiettato verso il centro, del caffè gustato all’ultimo bar, de L’Aquila, del terremoto, dell’ultimo faro dell’Italia orientale.
In dissolvenza incrociata ci si saluta, ci si rallegra per l’inizio dell’impresa che da tempo abbiamo abbracciato con entusiasmo e che perfezioneremo lungo il cammino. Il richiamo dell’iniziativa dell’Associazione milanese “Il primo amore” ci ha trasmesso un impulso forte concretizzatosi in un lavoro pesante, estenuante che ci ha fatto ripercorrere il territorio salentino per ridisegnare il tracciato che partendo, appunto, da S, Maria di Leuca, ci avrebbe messo in cammino verso L’Aquila gravemente ferita, verso un’ideale beneaugurante, veloce rinascita dalle rovine di quella città semidistrutta dal terribile terremoto. Si parte e, tutti insieme, i trentasette camminatori odierni si avviano a muovere i primi passi di questa nuova, estemporanea avventura lungo il quarto raggio di una stella ideale. Condurranno, in fraterna collaborazione, Fernando Alemanno e il sottoscritto. Tra i partecipanti venuti da lontano i simpaticissimi nuovi amici: Tiziano Scarpa, scrittore, Andrea Amerio, giornalista e la poetessa Carla Saracino oltre ai fedelissimi camminatori di SpeleoTrekkingSalento ai quali giungano fortissimi i nostri ringraziamenti.
Mare profondo. Con le spalle alla Basilica Giubilare, via verso l’interno salentino attraverso scorci paesaggistici di eccezionale bellezza, tra muretti a secco, pajare, furnieddhi,  stazzi. Preziose testimonianze di un antico, autentico Salento sfioranti i comuni di Castrignano del Capo, Gagliano, Giuliano. Di tanto in tanto sostiamo ad ascoltarne i racconti per bocca del direttore culturale prof.ssa Rita De Matteis. Si sosta, così, dinnanzi all’Erma Antica del 1753 (simbolo del Cammino per Leuca), alle Centopietre di Patù, a Leuca Piccola del Belvedere, si discende nell’attiguo ipogeo, l’antichissima sosta per pellegrini ricavata nel sottosuolo, ci si sofferma, con estrema curiosità, dinnanzi all’epigrafe delle 10 P ed alle incredibili scalette litiche realizzate per montare le cavalcature. Qualche capretta si affaccia curiosa, affiancata da galline, dall’apertura di un’antica taverna attualmente adibita a stalla e, porgendoci il muso lucido ed umido, ci invita ad essere carezzata. Serra Falitte ci segue sul fianco sinistro… decidiamo di scollinare e ora ci dirigiamo verso il Comune di Morciano di Leuca. Tutto bellissimo; il paesaggio continua a svolgersi in un lungometraggio tra uliveti, vigneti, pietre consunte già toccate da antiche mani sconosciute. La chiesetta di Santu Lasi, quella delle Gnizze nel Comune di Salve e della Madonna di Costantinopoli ci fanno strada sino a Gemini. I nostri passi procedono sicuri lungo una deliziosa sterrata collinare e panoramicamente aggettante sulla vastissima piana costellata di comuni salentini e raggiungiamo, così, Ugento. 32 km. (GPS rilievo satellitare di Silvana De Castro).

Domenica 3 giugno 2012, ore 8.00: Ugento-Gallipoli

Ripartiamo verso Felline e ben presto ci soffermiamo dinnanzi allo straordinario richiamo di quattro ulivi millenari, autentiche sculture vegetali che fanno ottima mostra di se stessi al limitare della frazione, poco distanti dalla visibilissima chiesa parrocchiale. Ora dobbiamo risalire la seconda, lunga collina che, come tutte le altre estreme alture nostrane, non supera i 200 metri di altezza. La minuscola chiesetta della Madonna dell’Altomare pare salutarci da lontano e, superando, dall’alto, i comuni di Alliste e Racale raggiungiamo la grande voragine naturale e le disneiane guglie, pinnacoli e torri di Castelforte. Discendiamo verso il lontano mare al quale ci riavvicineremo appena giunti sulla piana. Ci tocca percorrere un lungo tratto di costa alternandoci tra pinetine, spiagge semisolide, macchia mediterranea, scogliere basse. Fa molto caldo e la presenza di bagnanti su questa lunghissime spiagge ci dice che è arrivata l’estate. La torre di guardia rotondeggiante e candida di Punta del Pizzo, posta a guardia dell’intero golfo, ci indica la direzione di marcia per Gallipoli, ormai alle porte. Un gustoso, rinfrescante gelato in un localino balneare e ci siamo. Stiamo bene, siamo giunti a Gallipoli e non si manifestano segni di stanchezza. Sosta. 30 km.(GPS Rilievo satellitare di Silvana De Castro).

Lunedì 4 giugno 2012, ore 8.00: Gallipoli-Le Cenate di Nardò

Siamo diminuiti di numero perché il richiamo delle rispettive attività lavorative giunge prioritario e il tracciato è ancora molto lungo. Litorale sabbioso ma percorribile. Ci inoltriamo sulle gradevolissime ondulazioni della costa gallipolina e superiamo Torre Sabea, insenature e barchette di pescatori. La giornata splendida dà risalto alla policromia del paesaggio, del mare blu cobalto variegato di turchese. La immancabile, profumatissima macchia mediterranea ci inebria con le sue essenze profumate: mirto, lentisco, timo, rosmarino, tasso barbasso e menta selvatica. La grandissima curvatura del golfo di Gallipoli rende l’esatta percorrenza via, via che procediamo voltandoci ad osservare il cammino effettuato. Spesso sembra quasi incredibile l’avere percorso tanta strada soltanto su due piedi. L’occasione offertaci da “Stella d’Italia” ci fa rallegrare nello spirito e nella mente nel considerare tutto il grande lavoro realizzato. I cantieri nautici si susseguono e poi i primi stabilimenti balneari, i cordoni dunari, i bacini e sempre, l’immancabile macchia mediterranea. La costa bassa, rocciosa, spesso insabbiata e le colline sullo sfondo rendono sempre un’immagine pittorica senza fine. Superiamo, arrampicandoci, la Montagnaspaccata, le quattro colonne, ex Torre del Fiume con l’antica sorgente; ci rinfreschiamo un attimo, con acqua delle fontanelle, quindi sosta meritata sotto l’ombrellone di un bar di S. Maria di Nardò. Stiamo per giungere ad uno dei più spettacolari ambienti naturalistici d’Italia: Porto Selvaggio.

Dalla Grotta del Capelvenere risaliamo la collinetta e ci soffermiamo dinnanzi alla imponente forma della Torre dell’Alto sormontante la scogliera della dannata.Di lì si apre la Piana della Lea, un panorama mozzafiato cesellato da madre natura e scampato, miracolosamente, alla devastazione dell’avanzata antropica. Ritorniamo all’interno; sono le ore 14 circa e veniamo invitati nella vicinissima casa di campagna di Fernando a gustare un’ottima spaghettata preparata da sua moglie Quintina sotto la veranda costellata di gatti. Non è possibile descrivere, in poche righe, il gusto ed il sapore che il tocco di un graditissimo, estemporaneo intervento gastronomico corredato di robusto vino salentino, in goliardica serenità ed allegria, può suscitare tra tutti gli affamati commensali. Grazie Quintina. Km 18 c.a. (no GPS)

Martedì 5 giugno 2012- Ore 8.00: Le Cenate-Boncore

Si aggregano il presidente dell’Associazione “Il primo amore”, lo scrittore Antonio Moresco, giunto da Milano per proseguire con noi e il giornalista Luca Cristiano. Ci fa molto piacere e ci confrontiamo nelle variegate sfumature delle nostre barbe tendenti al bianco. Poche parole di saluto e via, le grandi masserie e residenze di campagna ci attendono. Spesso riccamente decorate questi capolavori ci riportano indietro nel tempo sino al feudalesimo allorquando i ricchi proprietari terrieri, ostentando possibilità economiche non indifferenti, fecero edificare ville, masserie, casini di campagna corredate da chiesette e colombaie per poter essere presenti ed assistere alla vendemmia o per sfuggire alle epidemie. Ricalcando, talvolta, costruzioni orientali, rendevano effetti sorprendenti, anche, con architetture eclettiche di fine ottocento e inizio novecento. Ci passiamo in mezzo. Alcune costruzioni sono ormai obliterate nella fitta vegetazione ma altre, dall’aspetto maestoso, ci permettono di ammirarle. Statue, colonne elaborate nella calcarenite locale, portali e pozzi monumentali, delicate finestre incastonate in delicatissime cornici litiche. Basta con i sogni, Stella d’Italia ci fa tornare, bruscamente, alla realtà. Dobbiamo procedere insieme e dedicare la nostra presenza alle speranze di rinascita de L’Aquila. Il cammino riprende nell’entroterra e ci si imbatte nelle edicole votive realizzate in maniera estremamente semplice e rurale e dedicate a diversi Santi;

si trovano disseminate in grande numero nelle campagne, in particolare, del basso Salento e richiamavano, solitarie, lo sguardo dei contadini che non mancavano di segnarsi con la croce per raccomandarsi l’anima, sentendosi, così, in interiore compagnia specialmente nelle ore e nelle luci vespertine, quando si accingevano a tornare a casa dopo il durissimo lavoro nei campi. Masseria Brusca con la chiesetta barocca, masseria Sciogli con l’immagine di Santa Teresa al primo piano, masseria Nucci con la stupenda colombaia cilindrica.

Pausa romantica degna dei versi dei migliori poeti

Si sente, ad un tratto, un fortissimo ragliare che dalla siepe di macchia e un asino si avvicina richiamato dal nostro incedere. Lo accarezzo amorevolmente sulla fronte ed egli avvicina il muso e mi sfiora con un bacio sulla guancia. Bello, bellissimo! e tutto immortalato dalla macchina fotografica del perfido Tiziano.

Il viaggio riprende…
Dalla masseria Sarparea torniamo sul litorale alla volta di Porto Cesareo, della sua torre di guardia, dell’isola dei conigli, del suo mare cristallino. Andiamo avanti spediti seguendo il filare dei bacini, delle spiagge, degli specchi di acqua che spesso custodiscono tesori, colonne o sarcofagi di navi romane affondate. Non per altro stiamo seguendo le tracce della antichissima via Sallentina che risale lungo il periplo occidentale della nostra penisola, lungo il versante da Leuca a Taranto per poi affiancarsi con la via Appia. La suggestione della passata presenza dei popoli antichi, Messapi, Illiri, Peucezi, Japigi, e romani ci fa sentire a calcare le impronte lasciate da ognuno di loro e noi continuiamo sulla loro scia incalzati e mai dimentichi, del raggiungimento del nostro obiettivo principale.  Boncore ci attende per una nottata ristoratrice. Km 28 c.a. (no GPS)

Mercoledì 6 giugno 2012. Ore 8.00: Boncore—San Pietro in Bevagna

Sono costretto, mio malgrado e già da un pezzo, a guidare l’auto appoggio con i bagagli. E’ la mia ventitreenne tuttofare, Fiat Regata che supera immancabilmente se stessa. Via verso la splendida Torre Lapillo a ridosso del mare Jonio che ormai ci scorta fedele sfiorandoci a poca distanza, il fianco sinistro. Toh, guarda! Ci soffermiamo dinnanzi ai fenomeni geomorfologici delle doline da crollo, localmente chiamate “spunnulate” ovvero sprofondamenti carsici. L’acqua ed altri agenti atmosferici lavorano di continuo per assicurare, al Salento, una faccia geologica costantemente rinnovata così come avviene in tutto il nostro pianeta vivente. L’uomo vorrebbe arrestare queste evoluzioni ma la sua palese, abissale inferiorità dinnanzi a madre natura rende vano ogni suo insignificante tentativo. Si procede immersi nella macchia profumata e sempre a ridosso del mare che ci terrà compagnia per molti chilometri. Superiamo Punta Prosciutto, Lido degli Angeli, e sfioriamo le colline di Arneo. Transitiamo a debita distanza dai comuni di Avetrana, Manduria e verso Torre Colimena dall’aspetto, quest’ultima, antropomorfo. Via, via ci avviciniamo sempre più alla meta del primo settore del raggio. Scavalchiamo il fiume Chidro e raggiungiamo San Pietro in Bevagna con la sua Torre di guardia e chiesa dedicata all’apostolo addossata sul davanti. Un po’ di pineta rinfrescante e via, di nuovo verso il litorale che inizia a configurarsi ondulato, ciuffettato di macchia, intersecato dalla provinciale asfaltata e da qualche ritrovo o piccolo stabilimento ligneo.
Superiamo l’insediamento preistorico e raggiungiamo il Lido Silvana a conclusione della tappa. Km. 25 c.a.(no GPS). Notte tranquilla.

Giovedì 7 giugno 2012. Ore 8.00: San Pietro in Bevagna–Lido Silvana

Ci tornano in mente altri protagonisti di Stella d’Italia: Serena Gaudino e Irene Greco alle quali vanno i nostri sentiti ringraziamenti. Sta andando tutto benissimo; i nostri piedi e la ventitreenne gommata vanno a gonfie vele. Bravissimi. Siamo agli ultimi chilometri che ci permetteranno, ancora, di godere del mare poiché noi salentini abbiamo la fortuna di averlo tutto d’intorno e, cosa molto importante, sempre regolato da venti differenti. La costa lunghissima, le collinette, le rocce, la continuità del mare piatto, le lance dei pescatori, le sorgentelle marine, le indescrivibili trasparenze, l’assenza di vento continuano a meravigliarci. Il paesaggio marino ci fa ritrovare Torre Ovo e le diverse località balneari. Superiamo la zona preistorica perché difficile da raggiungere e dirigiamo verso il fermo tappa: l’Eden Park. Km. 18 c.a (no GPS)

Venerdì 8 giugno 2012. ore 8.00: Lido Silvana-Taranto

La minuscola ma incredibile baia dei pescatori ci prende ed infine ci incanta. Subito dopo siamo costretti a deviare per immetterci all’interno e raggiungere Leporano con il suo maniero, poi Talsano, infine il ritorno alla “civiltà”. Taranto si annuncia con il traffico veicolare che man mano aumenta sempre più assordante, veloce e noi piccoli, inermi esseri che appena prima ci sentivamo padroni di ogni spettacolare bellezza, torniamo alla realtà del quotidiano. Forza ragazzi, forse è meglio sederci isolati ai Giardini Virgilio e degustare qualcosa e poi brindare con negroamaro Terra di Leverano insieme agli incaricati per l’accoglienza, alla felice conclusione del progetto Stella D’Italia. Km 19 c.a. no GPS. Noi ci fermiamo qui a170 kmc.a. Il nostro Fernando continuerà non sappiamo sin dove. Lo attenderemo al rientro.

W  L’Aquila, W Stella d’Italia, W i camminatori, W SpeleoTrekkingSalento

Lecce 11-giungo 2012

*Presidente di SpeleoTrekkingSalento di Lecce

Foto di T. S.

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