“mille giorni” racconti dal disastro dell’Aquila

di Serena Gaudino (con una nota di Tiziano Scarpa)

Il 5 luglio scorso, il giorno in cui si è concluso il lungo cammino di Stella d’Italia a L’Aquila, i camminatori, dopo aver fatto festa in piazza Duomo attorno a un falò e nonostante la grande stanchezza, tutti, hanno assistito allo spettacolo “Mille giorni” di Tiziana Irti e Antonio G. Tucci alla Casa del Teatro in piazza d’Arti.
Un racconto delicato e intenso. Un regalo fatto ai camminatori di Stella d’Italia dall’associazione “Arti e Spettacolo” per aumentare la loro consapevolezza e prepararle all’incontro col disastro aquilano.
Tiziana Irti, l’attrice e coautrice del testo, ha raccontato gli stati d’animo e i fatti attorno all’esperienza di quel terremoto così violento e disgregante che ha trasformato la vita della città e degli aquilani. “mille giorni” racconta con sincerità la tragedia che vive L’Aquila dal 6 aprile del 2009. “mille giorni” è un racconto semplice, diviso in scene, dell’incertezza e dell’instabilità, del potere che il più forte esercita sul più debole. “mille giorni” racconta come L’Aquila oggi è diventata il simbolo del malessere in cui vive l’Italia intera. “mille giorni” è il racconto di un’esperienza che è un’emergenza nazionale. “mille giorni” è la testimonianza dell’impegno personale e collettivo degli aquilani per cercare di rimettere insieme i pezzi della loro esistenza esplosa all’improvviso, in pochi attimi.
“mille giorni” di terremoto.
“mille giorni” di attesa.
“mille giorni” per non dimenticare.

Sono tante le qualità di mille giorni che lasciano il segno. Ma se devo indicarne una soltanto, secondo me è la felice scelta artistica di farne un monologo: come se tutto si abbattesse su una sola persona inerme. Così lo spettacolo di Tiziana Irti e Antonio G. Tucci fa sentire ancora più intensamente la forza d’urto che ha sgretolato le case e schiacciato i corpi, ma anche quell’altra forza che ha sottratto le persone a sé stesse: la gestione dell’emergenza, l’organizzazione delle tendopoli e delle new town hanno spappolato le relazioni e la vita di comunità. Con rabbia, delicatezza, un po’ di umorismo e tanta versatilità, Tiziana Irti impersona la solitudine di una città, di un singolo-molti, di una donna-tutti.” Tiziano Scarpa.

Qui di seguito il prologo e una delle scene che racconta in modo più veritiero la realtà che vivono oggi gli aquilani. Per raccontare a tutti, ancora una volta ma con un altro linguaggio, purtroppo, sempre la stessa storia. Qui il promo di 8 minuti dello spettacolo.


“mille giorni” racconti dal disastro dell’Aquila
di Tiziana Irti, Antonio G. Tucci
regia di Antonio G. Tucci
produzione “Arti e spettacolo” L’Aquila – Teatro Del Krak, Ortona (CH)

PROLOGO

ANTONIO: Otto… nove… dieci… undici
NARRATRICE: Quando toccava ad Antonio di fare la conta, noi andavamo in piazza e ci prendevamo il gelato. Quando tornavamo indietro, lui era sempre lì, che contava…
ANTONIO: Quattordici… quindici…
NARRATRICE: Io e Antonio abitiamo da sempre nel centro dell’Aquila, a San Flaviano. Lui ha preso il diploma di perito industriale. Ogni mattina esce di casa, mette in moto la sua Panda e va a lavorare. Reparto dei componenti elettronici dell’Alenia.
ANTONIO: Quarantotto… quarantanove… cinquanta… spariti tutti. Come da bambino: finivo la conta e non c’era più nessuno. Mia moglie si è presa i due bambini e se n’è andata. Stavo in cassa integrazione e m’hanno licenziato! e mò che faccio? C’ho pure il mutuo! Quaranta… venticinque… tre… Me ne vado al boss e mi faccio un bicchiere… quattordici… trentatré… sette…
NARRATRICE: Incontro Antonio dopo un anno… E’ andato. L’abbiamo perso. Ha appena vomitato. Sta lì, con la sua bottiglia, che mi guarda fisso…
ANTONIO: Venticinque… trentaquattro… due…
NARRATRICE: Un paio di giorni dopo decide che ne ha abbastanza. Compra una corda bella robusta, sale sul suo sgabellino, la lega al lampadario, se la mette intorno al collo e con calma aspetta che arrivi la notte fonda per farla finita.
Sono le 3 e 32 del 6 aprile 2009. Non è la corda a tirarlo su, è il lampadario con tutto il solaio che lo tirano giù.

SCENA 4 – IL PROGETTO C.A.S.E. , IL QUESTIONARIO

ANTONIO: Dove m’ha detto che abita? Eh… qua… dove c’hanno messo le strade coi cantanti… via Fabrizio De Andrè… via Mia Martini… ah, via Lucio Battisti… mi piaceva Lucio Battisti… o mare nero mare nero mare né… ma via Claudio Villa non ce l’hanno messa? Pure Claudio Villa mi piaceva…. sto sfigato di Claudio Villa… oh, non ci perdiamo mo… dove devo andare? Ah, di qua… seconda piastra… Piastra… ma perché le chiamano piastre? Mica servono per i capelli? So’ condomini… chiamateli condomini…
NARRATRICE: Antonio cerca la casa di Giovanna ma è facile perdersi in quel labirinto di condomini a 3 piani, con i ballatoi che gli girano attorno, i giardini e gli alberelli secchi…
Ora viviamo nei progetti C.A.S.E., Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili. 19 quartieri con 185 condomini a 2.700 euro a metro quadro, ma… i rubinetti d’oro non ce li trovi… e manco li volevamo… sono le famose new town…
GIOVANNA: Luca! Spegni quella televisione e vai a studiare in camera nostra!
E non saltare sul letto che poi ci devo dormire pure io!
Nicola, ma che hai combinato? La minestra di lenticchie si è attaccata! Ti ho detto mille volte di non cucinare co’ ‘sti fornelli elettrici!!! Non li sai usare!! E mò sta puzza chi la leva?… Porco mondo, ma perché mi hanno costretta a abitare con te. Sono due anni che siamo separati e sempre qui stai, a togliermi la vita… E mò che mangiamo stasera?… vengono Antonio, Franca, la famiglia…che posso fare?… ordino le pizze… n’altra volta la pizza? Come ieri… e l’atro ieri… Nicò, adesso vattene al bar… mi serve la tua sedia, ne abbiamo sei…
Pronto Antonio, ma quando arrivi? Come mi hai sentito strillare e te ne sei andato? Ma no, non sto nervosa!!! Eh Antonio, dai adesso torna indietro che ti devo dire cosa mi è successo oggi… si, oggi. Stavo rientrando a casa in macchina e mi sono ritrovata sotto casa in centro: “che ci faccio qui?”
Sai cos’è? E’ che quando guido non so dove c’ho la testa e la macchina va dove dice lei. Pronto… Antò… Antonio…
No, qui non sto male. Appena arrivata, pensavo di stare qui per poco e coi vicini era diverso: se qualcuno piangeva mi affacciavo subito… anche se non li conoscevo. Adesso non mi affaccio… non ci faccio più caso.
Il giardino… mo è inverno, c’è silenzio! Ma in primavera togliamo i bambini dalla naftalina e li buttiamo fuori… è tutta un’altra cosa… si sentono le voci! Non al telefono… al giardino…
L’altro giorno si è fatta viva Anna. Voleva invitarmi. Faceva la polenta e le castagne. Come facevamo a casa mia per San Martino… lei sta a casa sua… c’ha il camino, c’ha il fuoco, beata lei!!… io non ci sono andata… di cosa le parlo? che può capire lei dei miei problemi? Meglio gli amici con i fornelli elettrici come i miei… e poi sono stanca… a vivere con due uomini! Meno male che se ne è andato mio padre. Abbiamo litigato e adesso sta in affitto. Non lo sopportavo più… sempre chiuso dentro… prima vedeva gli amici in centro… qui invece…

VOCE FUORI CAMPO: il suo nome?
GIOVANNA:Giovanna.
VCF: Quando è nata?
GIOVANNA: 1976
VCF: Titolo di studio?
GIOVANNA: Diplomata.
VCF: Occupazione?
GIOVANNA: Commessa ora disoccupata.
VCF: Stato civile?
GIOVANNA: Separata. Un paio d’anni fa io e mio marito…
VCF: Quanti figli ha e di che età?
GIOVANNA: Uno, di 5 anni si chiama…
VCF: Con chi vive?
GIOVANNA: Mio figlio, il mio ex marito e mio padre fino poco fa. Poi lui…
VCF: Abitava a L’Aquila nel periodo dell’evento?
GIOVANNA: Sì.
VCF: Dove abitava?
GIOVANNA: In centro, a San Flaviano.
VCF: Con chi abitava?
GIOVANNA: Mio figlio e mio marito e stavamo bene perché…
VCF: Ha perduto la casa a seguito dell’evento?
GIOVANNA: E’ inagibile. Casa E.
VCF: Dopo l’evento si è allontanata dal luogo di residenza?
GIOVANNA: Sì
VCF: Dove è andata?
GIOVANNA: In tendopoli.
VCF: Per quanto tempo?
GIOVANNA: 6 mesi.
VCF: Dopo l’evento ha avuto difficoltà economiche significative?
GIOVANNA: Sì mi hanno licenziata.
VCF: Persistono queste difficoltà economiche?
GIOVANNA: Si, il negozio dove lavoravo è inagibile e pago il mutuo per la casa danneggiata.
VCF: Ora risponda alle seguenti domande dando una valutazione da0 a 4 (zero uguale per niente, quattro uguale moltissimo).
VCF: Avverte nervosismo o agitazione interna?
GIOVANNA: Sì, 4.
VCF: Ha sensazioni di svenimento o vertigini?
GIOVANNA:Sì, 3.
VCF: E’ convinta che gli altri possano controllare i suoi pensieri?
GIOVANNA: Sì, 3.
VCF:E’ convinta che gli altri siano responsabili dei suoi problemi?
GIOVANNA: Sì, 5, cioè 4.
VCF: Ha difficoltà a ricordare le cose?
GIOVANNA: Sì, 3.
VCF: Si sente facilmente infastidito o irritato?
GIOVANNA:Sì, 4.
VCF: Ha paura degli spazi aperti o per strada?
GIOVANNA:Sì, 3.
VCF: Ha idee di togliersi la vita?
GIOVANNA:E tu che ne sai?
VCF:Si sente sola e triste anche se sta in compagnia?
GIOVANNA: Sì, 4.
VCF: Sente che le manca interesse nelle cose?
GIOVANNA: Sì, 3.
VCF: Ha difficoltà ad addormentarsi?
GIOVANNA: Sì, 3.
VCF: Ha paura di viaggiare in autobus in metropolitana o in treno?
GIOVANNA: Sì, 4.
VCF: Ha un senso di vuoto nella testa?
GIOVANNA: Sì, 2.
VCF: Ha frequenti litigi con le persone?
GIOVANNA: Sì, 3.
VCF: Si sente inutile?
GIOVANNA: Sì, 3.
VCF: Oggi quanto è soddisfatto della sua vita nel complesso?
GIOVANNA: Uno.
VCF: Conosce qualcuno che può definire come un vero amico?
GIOVANNA: Uno.
VCF: Quanto è soddisfatto della sua situazione abitativa?
GIOVANNA: Uno.
VCF: Prima dell’evento ha assunto farmaci per qualche problema di salute?
GIOVANNA: No.
VCF: Dal periodo dell’evento ha assunto farmaci per qualche problema di salute?
GIOVANNA: Sì. Prozac, tavor, alcion, lanoxin…
VCF: Per quali motivi li ha assunti?
GIOVANNA: Pressione alta, ansia, insonnia. Il mese scorso anche per il cuore.
VCF: Tra gli interventi di aiuto che ha ricevuto quale le è stato utile e perchè?
GIOVANNA: I primi giorni… le tende blu… avevamo un riparo. Poi le docce calde. Sono venute qui tante persone da fuori. Ci hanno aiutati e ci hanno fatto sentire meno soli. E poi i Vigili del fuoco. Quando stavo con loro mi sentivo sicura. Mi ricordo la prima volta che sono tornata a casa a prendere un po’ di cose, mi scortava uno grande e grosso come una montagna ma quando ha visto quel casino, ha cominciato a piangere insieme a me…
VCF: Tra gli interventi di aiuto che ha ricevuto quale è stato dannoso e perché.
GIOVANNA: Tutti quei soldati armati! Pure i forestali c’avevano le pistole: ma quelli non dovrebbero stare per boschi? Quelle magliette blu con quella striscetta tricolore! Tutti quei politici a passeggio! E poi noi un sindaco ce l’avevamo. Perchè è venuto quel Bertolaso di dirci cosa dovevamo fare? E tutti i soldi buttati per il G8: 24.000 euro di asciugamani, 350.000 di televisori, 22.000 di ciotoline di Bulgari, 26.000 euro di penne, 10.000 di portaceneri… ma non è vietato fumare nei luoghi chiusi?
E tutte quelle colombe, quelle uova di pasqua, i vestiti, i giocattoli… ci hanno distratto, ci hanno confuso… E tutti quei clown che ci hanno mandato?
Ma tu, se c’hai un morto in casa, chi chiami? I clown?
E poi… troppi volontari estivi. Facevano tutto loro… Mi sentivo inutile e questo non mi aiutava…
VCF: Quali altri interventi avrebbe desiderato ricevere?
GIOVANNA: Una domanda: “che ti serve?”
Mica si sono scatastate solo le case! Ci siamo scatastati anche noi.
70.000 scatastati!
All’inizio:
“Voi 35.000 al mare! Magari verso Teramo, così gli elettori del presidente della regione, che è teramano, sono contenti! Voi 35.000 sotto le tende, ci sono 171 campi e chi non vuole andarci, si arrangia!”
Chiuse le tendopoli:
“Tu, numero1215, in questa casa!
Tu, numero 2507 in questa stanza singola con Francesco. Cosa, ti sembra un tossico? Non importa, farete amicizia!
Tu, 10.103, prenditi l’ex marito e andate in quel trilocale!
A te t’è morta mamma? Fai la camera ardente in cucina e poi trasloca. Non hai diritto al bilocale. Hai 5 giorni di tempo!”
Io volevo solo sistemare casa mia… Sono passati già tre inverni. A L’Aquila fa freddo…
VCF: Qual’è la principale problematica che sta attraversando in questo momento?
GIOVANNA: Mi sento sola.
VCF: Quali sono le sue aspettative per il futuro?
GIOVANNA: Futuro?!… (comincia a ridere)

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