Cammino e memoria

di Claudio Agosti.

“Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”
George Santayana, scritta su un muro a Auschwitz

“Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe”
Sull’albero dedicato a Falcone e Borsellino

Ricordo che quand’ero piccolo sceglievo le scarpe per la loro suola. Mi importava di più l’impronta che avrei lasciato piuttosto che l’aspetto delle scarpe stesse.

Ora, qualche anno e molti chilometri dopo, scelgo le scarpe per la loro comodità, ora cammino molto. Ma forse una cosa non è cambiata: cammino anche e soprattutto per lasciare una traccia, un ricordo.

Anche in questo, credo, sta la grandezza e il senso del camminare di Repubblica Nomade, conoscere e ricordare. Oggi (nella giornata della memoria), magari non cammineremo assieme, ma in ogni nostro passo, presente e futuro, ci sarà il ricordo. Ogni nostra impronta sarà un colpo all’oblio.

In “Ognuno muore solo”, romanzo in cui si racconta la storia (ispirata a un fatto reale) di un uomo che lotta a suo modo contro il nazismo, lasciando semplici biglietti contro il regime in modo che vengano ritrovati da qualcuno, Hans Fallada scriveva: “Ciascuno agiva secondo le sue forze e le sue possibilità: la cosa più importante era che ci si opponeva”.

Il nostro modo di esprimerci, il camminare, è per definizione effimero. I ricordi che generiamo e che portiamo con noi, invece, sono per sempre.

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