Nell’animo del ritorno: diario di viaggio 23-24 maggio 2011

Di Giacomo D’Alessandro

E’ già ritorno.

E mi soffermo su alcune cose, piccole o grandi, di questo mio viaggio che schiude così presto, per quanto mi riguarda, il suo “ritorno”.

E’ l’alba, qui sui colli sopra Genova. Ho rivisto il mare, con il suo abbraccio infinito che sembra esortare a una continua partenza, a lasciarsi con fiducia alle correnti del mondo.

Cosa provano tutte le persone che in questi primi giorni di cammino sono ritornate? Quelle che ci hanno accompagnati per una giornata sola, o mezza… Cosa è stato per loro questo itinerario Milano-Napoli assaggiato in pochi chilometri di strada e sole, in pochi scorci di castello e fiumiciattolo?

Alle persone che si affacciavano dai balconi, dalle macchine, dai marciapiedi, chiedendo a uno qualsiasi di noi “dove andate?”, abbiamo sempre risposto “a Napoli!” Quando in realtà poco più di un paio di noi saranno davvero presenti fino in fondo…con che diritto sentirsi parte a tutti gli effetti di questa marcia?

Poi il pensiero, neanche tanto elaborato, il semplice esistere di nuove relazioni, contatti, condivisioni con le persone che nel cammino ho incontrato. Persone mai viste, che la strada mi ha posto affianco, tutte diverse e uniche e irripetibili.

E allora è chiaro, questa marcia è fatta proprio da questo e per questo. La realtà di ricucire l’Italia sta proprio nella nostra capacità, di noi per primi, a intessere condivisione e relazione, a uscire da noi disposti alle fatiche dei passi, per incontrare gli altri, chiunque essi siano, come nostri fratelli. Davvero per me è come essere in strada fino a Napoli, con tutti loro, sebbene la maggior parte di chi si unirà nel percorso nemmeno l’ho mai vista.

L’essenza è partire. E noi siamo partiti. Insieme. Ora ci sono cose, pensieri, emozioni, intenzioni, cammini, che il viaggio ci ha donato gratuitamente, e che non possono essere ignorati o fermati. Quello stimolo racchiuso nel tricolore appeso a uno zaino tra i sentieri, sul quale spiccano le parole “cammina, cammina”, è un richiamo che vive in noi e che può essere di tutti, sempre. Lo abbiamo risvegliato con il nostro corpo, siamo stati noi, io e i miei compagni per i giorni scorsi, e tutti coloro, ognuno nella sua persona, che cammineranno giorno per giorno fino ai primi di luglio, fino all’arrivo a Scampia.

Come si comunica quello che è stato, quello che è tutto ciò? Come si comunica la straordinaria meraviglia di un viaggio tra sconosciuti nato attorno a una così grande aspirazione? Come si comunica la sensazione dell’arrivare, del partire, del conoscere e del vivere assieme in un’atmosfera e in un clima sempre nuovi, mai provati, di questo esperimento italiano? Proprio perchè ne scrivo, continuamente mi chiedo: quanto sono riuscito a dire, quanto resta nelle maglie del mio animo e verrà fuori nel tempo? Quanto non è sufficiente una paginetta di diario quotidiana, ma solo può fruttare nell’incontro, in altri viaggi, su altri orizzonti?

Ecco allora l’essenza del ritorno, ecco il suo animo che sboccia in questa avanzata e ormai afosa primavera, ancora un dono di quel maggio che da sempre è generoso con la terra. Si ritorna per mettere a frutto. Si ritorna non perchè “si deve”, come malamente ci educa a pensare il nostro sfilacciato sistema. Si ritorna perchè “si vuole”, perchè “c’è un tempo per”, e il profumo del tempo va saputo cogliere, sempre. Si ritorna per dare spazio ad altri, per dare spazio a se stessi, per portare un pò di raccolto a chi partito non è, a chi cavalca altre vie. Si ritorna comunque insieme, anche se soli, con dentro di noi i volti, le sensazioni, le sofferenze, ma soprattutto le speranze e i sorrisi di chi è stato compagno di viaggio.

Si ritorna infine per cucire il proprio canto, che sia autentico lume sul sentiero della nostra vita, per cucire noi stessi in come ci realizziamo grazie agli altri, per amare ogni luogo muovendoci in esso con null’altro che il nostro corpo e la nostra condivisione. Nel mio canto, oggi, ascolto commosso e gioioso le parole più belle che in questi giorni di viaggio ho ricevuto, esse vibrano nella musica del vento tra le fronde; sento che non sono solo, sento che vorrò ripartire, sento che così tanto ho ricevuto, da non poter non vivere per dare; così canta il mio cuore: cammina, cammina.

Le foto della quarta tappa (Orio Litta – Piacenza) sono di Giovanni Giovannetti.

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