Cammina cammina… lungo l’Italia

Di Antonio Cerullo

Riprendiamo questo resoconto delle tappe appenniniche di “Cammina cammina” dal sito OraZero.

Ho partecipato per alcune tappe ad una iniziativa di riunione e pacificazione dell’Italia che si svolge camminando sul nostro territorio da Milano a Napoli (vedi qui). La coincidenza con il 150° anniversario dell’unità di Italia è interessante ma in fondo di questa lenta azione del pensiero e delle gambe di persone sconosciute ma animate da forza di volontà e sensibilità comuni se ne sentiva la necessità indipendentemente dalle ricorrenze storiche. L’uomo ha sempre camminato: per cercare cibo, per scoprire, per conquistare, per vedere, per vendere, per pensare. Mentre eravamo in viaggio ci siamo accorti che anche il luogo di partenza (Milano) e di arrivo (Napoli) si erano magicamente uniti in una sorta di riaffermazione della bella politica e del vento del cambiamento che sta investendo il nostro paese. Il gruppo di partenza era sostanzialmente di origine milanese con a capo uno dei più stimati scrittori contemporanei: Antonio Moresco. Molti di loro sono tornati a Milano per votare al secondo turno delle amministrative, in quel giorno siamo rimasti in pochi a camminare e guarda caso per vari motivi il cammino si è fatto più duro e lungo con qualche imprevisto che ci ha portato a vagare per boschi, colline e fiumi per ben 10 ore. Fino a quel momento raramente squillavano i cellulari, si ascoltavano piuttosto i suoni della natura e le parole dei compagni di avventura ma dopo le 15 si era alla ricerca continua di informazioni: radio e telefoni divennero protagonisti per qualche ora. A risultato acquisito nessun festeggiamento, semplicemente ci accorgemmo che il ritmo andava aumentando, l’adrenalina si era trasferita dalla testa alle gambe,la fatica e la durezza del percorso potevano essere vinte così come si può e si deve lottare nella vita per ottenere risultati e soddisfazioni. Arrivammo ad Aulla stremati ma, nonostante tutto, la statua dedicata a Bettino Craxi ed il cippo per le vittime di tangentopoli (un tributo di un sindaco socialista di quei tempi) ci fecero solo sorridere. Se dovessi riassumere le molte emozioni di questo cammino laico in due parole userei ascolto per l’anima e progressione per la parte psicofisica. Ascolto della natura, dei boschi, dei selciati, delle mulattiere, delle acque; ascolto di noi stessi e di come il nostro corpo si adatta alla fatica, ascolto dei nostri pensieri; tutte percezioni a cui non siamo abituati e che invece dobbiamo tenere in grande considerazione per avanzare nel tempo, nello spazio, in sostanza per giungere alla meta. Ascolto dei compagni di cammino e delle loro storie, ascolto di chi abbiamo incontrato come la signora Maria Perazzi che gestisce un’accogliente osteria, cognata del partigiano Perazzi di San Giorgio, una figura molto nota dalle parti di Piacenza e dintorni, oppure Pierluigi Petrelli, imprenditore agricolo, che sta a Paterna, il quale ci ha spiegato la reale funzione dei contadini, ovvero i guardiani della natura e della sua pratica personale di riforestazione della sua terra.

Fonte: www.orazero.it

Altro curioso incontro quello di un prete australiano che per festeggiare il suo 50 esimo anniversario di sacerdozio si è concesso un lunghissimo pellegrinaggio da Canterbury a Roma, un regalo a se stesso ma anche a tutti quelli che incontra. Fra le istituzioni una menzione speciale al prefetto di Pavia Ferdinando Buffoni. Quello che probabilmente grazie alla capacità di ascolto nel 2007 accolse in prefettura, in un momento di forte tensione, una famiglia rom, per dimostrare che l’accoglienza è praticabile. Ha camminato con noi per un breve tratto e ci ha donato una bandiera nazionale, che porteremo a Scampia. La progressione mi suggerisce invece diverse letture: quella del corpo e della mente tesi al raggiungimento dell’obbiettivo globale (l’arrivo a Napoli) che trova immediata rappresentazione anche in ogni tappa intermedia dove bisogna continuamente ricucire, sollecitare, incoraggiare, raccordare, ascoltare il gruppo composto da ogni fascia di età e con ritmi diversi, ma soprattutto quella dell’idea di futuro e di come giungerci per l’appunto in progressione. Noi siamo un gruppo di donne e uomini che stanno camminando da Milano a Napoli per ricucire idealmente l’Italia coi nostri passi, uno dopo l’altro. Il gesto del camminare è il più naturale possibile, purtroppo quasi negletto dalla società, ripeterlo ossessivamente per oltre un mese anche 10 ore al giorno necessità di una visione in progredire. Non uno scatto o un impulso ma un dosaggio di forza fisica e mentale che pone come suo termine la vittoria lenta ma inesorabile sulle infinite miserie di questo nostro paese. Nel passato il camminare è stato un atto pratico, il mezzo di locomozione tra due punti, ora proviamo a trasformarlo ad attribuirgli significati particolari e universali. La progressione inoltre ci indica un senso di marcia una direzione; si procede, si va incontro: idealmente è anche un abbraccio tra il nord e il sud del nostro paese che si vorrebbe invece dividere e lacerare sempre di più. Camminare ci permette di essere nel nostro corpo e nel nostro mondo senza esserne sopraffatti, ci permette di tirarci fuori dalle strumentalizzazioni e dalle paure che assalgono, sapientemente diffuse, molti dei nostri concittadini.

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