Tutto è stato inaspettato e straordinario…

[Voci di chi ha camminato…]

Filippo Nicosia

Mi sono unito al cammino quando il percorso era stato per gran parte fatto. Nella tappa conclusiva che portava i camminanti da S. Angelo in Formis a Napoli.
Arrivato da Roma al centro scout che ci ospitava ho trovato persone, uomini e donne, esauste e felici: occhi grandissimi in tutti.
Ho nitide in testa delle immagini: i ragazzi della Parocchia di S. Angelo in Formis in cerchio che cantano Battisti e quelli della Banda Baleno che suonano la Murga per le strade deserte di Scampia; il rullare dei tamburi, il battere della grancassa, l’avvicinarsi dei bambini curiosi e sfottenti, il sovrastarci dei palazzi. Ricordo le donne Rom che servono pietanze buonissime cucinate per noi.
Ricordo i ragazzi di Libera e Tina, del Comitato Don Peppe Diana di S. Ciprignano, che ci hanno ospitato nella villa sequestrata a un boss della camorra, adesso luogo d’incontro e di cura per malati mentali.
Ricordo Il murales colorato del casotto degli attrezzi a Casale di Principe che illumina la terra confiscata alla camorra coltivata biologicamente a pomodori e melanzane; i racconti delle intimidazioni e il sabotaggio dell’impianto idrico del pescheto; le future coltivazioni di grano per la pizzeria NCO, che invece che Nuova Camorra Organizzata, vuol dire Nuova Cucina Organizzata.
Mi ricordo tutto, e tutti. Tutto è stato inaspettato e straordinario.
Mi resta, invece che la nostalgia di un viaggio, il rimpianto per non aver camminato di più. Ma ho la sensazione di non essere arrivato “troppo tardi” perché non è finito il cammino.
Questa sensazione mi ha fatto venire in mente i versi finali di «East Coker» dai Quattro Quartetti di T. S. Eliot.
Li riporto perché da oggi saranno per me il ricordo delle persone e delle cose viste in questi due giorni, e spero siano un augurio per quest’impresa e per quelle future.

Casa è il luogo onde si parte. A mano a mano
che diventiamo più vecchi, il mondo
diventa più strano, la trama più complicata
di morti e di viventi. Non il momento intenso
isolato, senza prima né poi
ma una vita che brucia ogni momento
e non la vita di un uomo soltanto
ma di vecchie pietre che non si possono decifrare.
C’è un tempo per la sera alla luce delle stelle,
un tempo per la sera al paralume ( la sera
con l’album di fotografie). L’amore
è più vicino a se stesso
quando il qui e l’ora
non importano più. I vecchi
dovrebbero essere esploratori
qui o la non importa noi dobbiamo
muovere ancora e ancora
verso un’altra intensità
per una unione più compiuta, una più profonda
comunione attraverso il buio freddo
e la vuota desolazione, il grido
dell’onda, il grido
del vento, la vastità delle acque
della procellaria e del delfino.
Nella mia fine è il mio principio.

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2 thoughts on “Tutto è stato inaspettato e straordinario…

  1. Anna Maria scrive:

    Mette voglia di camminare, il resoconto di Filippo Nicosia, di riprendere, proseguire, di non lasciare il cammino intrapreso. Il racconto su ciò che ha visto e sentito a Casal di Principe risveglia i ricordi che ho raccolto dalla voce di Raffaele Lupoli, autore, insieme a Francesco Matteuzzi, di “Don Peppe Diana. Per amore del mio popolo”.

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